La felicità

Written on 7:42 PM by my blog

Molte volte definire, in modo diretto e senza tanti giri di parole, un termine che diamo per scontato, e nella nostra testa ha sicuramente un significato, ci viene difficile.
Forse perchè appena proviamo a definirlo il risulato non ci soddisfa, sembra non rendere merito a tutto quello che visceralmente lo contraddistingue nella nostra coscienza.
Come insegnava il grande Socrate per arrivare a capire qualcosa, arrivare fino in fondo alla verità bisogna dare un significato preciso ad ogni cosa. Bisogna rispondere alla fatidica domanda: che cos'è la felicità?
Seguendo l'esempio di Socrate definirei la felicità come lo status di perfezione di sentimenti e pulsioni dove l'indivdualismo lascia il posto all'universale, dove l'essere si fonde con gli atri, e nel farlo si confonde al tutto, e in esso vive e si evolve.
Questa breve definizione potrebbe sembrare non coerente o inutile, potrebbe essere troppo filosofica, come desunta dal Siddartha di Hesse, o dal Viaggio di Dante.
In effetti tutto questo non ha molto senso, la felicità troppo spesso è legata e riconosciuta solo se rapportata ad aspetti prettamente materiali.
Insomma troppe volte la misura di quanto siamo feliciti viene decisa dai parametri imposti dalla società. Infatti ormai abbiamo tutti gli stessi sogni: vogliamo avere un sacco di soldi, una grande macchina, una persona che ci ami per sempre.
Certamente sono traguardi che provocano piacere in chi li raggiunge, ma durano il tempo necessario ad averli, perchè non si può essere felici per qualocsa di materiale poichè la sola possibilità di comprarli li svaluta al confronto di nuovi traguardi.
Non a caso ho messo anche l'amore fra le emozioni che si possono "comprare": in un modo dove non si distinguono i sentimenti elementari l'amore è la merce pregiata di chi se lo può permettere.
Non è cinismo, in fondo amiamo tutti lo stesso tipo di donna, o uomo che sia. Non ci sogniamo neanche di fare una selezione che vada oltre l'aspetto, l'apparenza.
In fondo credo che gli uomini non possono essere completamente felici. Dobbiamo immaginare la vita come un percorso alterno che tocca ora felicità, ora tristezza, e noi viviamo nel mezzo dei due estremi, che tocchiamo poche volte , ma per il resto siamo nel mezzo.
La felicità è uno status psicofisico a cui si tende, non sono la macchina o i soldi.
Semplicemente è il sapore selvaggio della vita, di sentimenti primordiali che non abbiamo dimenticato, di attimi che ci tolgono il respiro e continuano all'infinito.
Il fatto stesso di non poter raggiungere questo status nella vita terrena ci spinge a credere che ci sia dopo la morte un mondo dove tutto ciò sia possibile. Ma la frustazione derivante dalla paura che anche questa sia una costruzione fantasiosa è alla base della nostra insaziabile voglia di essere felici.
E' una droga che da dipendenza, una volta provata si cerca disperatamente e quando non si trova per lunghi periodi comincia il dramma: depressione, alcool, droga, ecc.
La mia è solo una riflessione di un attimo, non è la rabbia che mi fa scrivere queste parole.
In cuor mio continuo a sognare, a sperare che alcune cose accadano, che possa alzarmi una mattina e trovarmi immerso in un mondo di sensazioni uniche e irripetibili. Immagino la confusione dei sensi e una miscela di colori violenti difficili da distinguere.
Troppe volte il senso di soddisfazione è confuso con la felicità, e seguendo l'esempio di Socrate ammetto di non potere definire la felicità, perchè quella provata è stata sempre troppo effimera, perchè quella che inseguo è frutto di una fantasia di bambino troppe volte corrotta dalle immagini e dai miti della società attuale, troppe volte figlia di un brivido passegero e inconsistente.

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1 Comment

  1. my blog |

    Ciao Sofia,
    anche ne ho sentito parlare, e sono stato molte volte felice, ma non pensi che troppe volte quello che è felicità non è altro un senso di appagamento momentaneo, come un'illusione che troppo spesso inganna?
    un bacio

     

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