La fine

Written on 1:09 PM by my blog

Una frenesia incontrollata,
lo sguardo fisso verso il passato recente,
un sorriso lentamente si accende.
Il fondo appena toccato,
la crosta appena mangiata,
il suo sapore amaro e il suo profumo intenso.
Gli occhi vivi, intensi, trasparenti,
i desideri improvvisi, latenti, necessari.
Ecco siamo alla fine di un triste viaggio,
ho camminato solo, per troppo tempo,
la musica mi stringe in un vortice emotivo,
le tue parole mi mettono spalle al muro.
La verità, il suo suono, la sua responsabilità,
la sua necessaria schiettezza,
il riconoscimento di quello sei,
la leggerezza di un animo complesso e vulnerabile.
Non sprecherò tempo a tessere le tue lodi,
sei stata necessaria per rinascere,
certo una mattina mi sono svegliato
e tu eri lì,
nel mio letto che dormivi,
il tuo corpo, i tuoi capelli, tutto insomma.
Ma se ti riconosco troppo importanza sarà la mia fine,
ti osserverò, ti amerò, ti accetterò,
ma le parole saranno poche,
dovrai capirmi, accettarmi, volermi.
E mentre ripenso al mio purgatorio,
all'inferno direi, che ho passato in questi lunghi anni,
mi viene da ridere.
Un ridere triste, beffardo, consapevole:
un giorno penserò a quei giorni, ne farò tesoro,
ho raschiato il fondo del barile,
ho mangiato merda,
respirato solo odio e paura.
Alla fine credo che serviranno,
almeno mentre ti osservo,
penso proprio che siano serviti per averti, per conquistarti, per viverti.

Un viaggio in treno, un'avventura, tanti sogni in un solo atto, puntata seconda

Written on 3:10 PM by my blog

Stazione di Lamezia sono le 2.00 di mattina di venerdi,
sono appena arrivato, mi affretto per fare il biglietto,
e subito dopo vedo che il treno delle 2.30 è in ritardo di 35 minuti.
Mi rassegno subito al peggio,
in fondo lo sentivo che sarebbe andata così.
La stazione è vuota, ci sono poche persone,
alcuni ragazzi africani che sono scesi dal treno e che vagano senza soldi,
e senza sapere dove si trovano, insomma senza nulla.
Alla fine il ritardo è di un'ora.
Partiamo, trovo una cabina vuota, in uno scompartimento buio e desolato.

Sono le 6.00 ci stiamo apprestando a traghettare verso Messina.
E' una manovra lenta e snervante, e quando sai di essere in ritardo,
e che ne stai accumulando altro e che sicuramente arriaverai in ritardo al colloquio,
diventi sempre più nervoso, impaziente, non riesci a dormire o riposare.
Solo dopo un'ora e mezza arriviamo a Messina, in fondo la distanza è solo 3 km.

Sono le 8.45 arrivo finalmente a Catania. Scappo trovo l'autobus che mi porta all'albergo.
Arrivo con 45 minuti di ritardo, le prove sono già iniziate.
La responsabile mi dice che ho perso la prima e mi invita ad aspettare.
Aspetto poco, mi fa entrare e si comincia dalla seconda.
Due ore di test. Alla fine sono distrutto.
Aspetto fino alle 16 per fare il colloquio individuale.
L'ambiente è tranquillo e la compagnia ottima,
e il tempo passa velocemente.
Appena finito decido, che pazzo che sono, di fare il tragitto che mi porta alla stazione a piedi.
Fa molto caldo, in fondo la cartina che ho stampato mi dice che la distanza è solo 3km.
Fiducioso, la bella giornata, il mare, parto.
La strada non finisce mai, si è una bella città, ci sono tante belle persone,
ma che caldo, sono tutto sudato, stanco.
Dopo 40 minuti arrivo finalmente alla stazione.

Sono le 21.00, sono a Messina che aspetto il traghetto.
Eccomi seduto sul ponte che guardo lo spettacolo di luci, di navi e di gente.
Piano piano Reggio si avvicina, fa un freddo cane, ma non volgio rinunciare alla traversata.
Sarebbe un'esperienza da provare con la persona giusta,
abbracciati, assonnati, mentre il gioco di puntini lumonosi e il vento gelido ti fanno rabbridire.
Che emozione se ci penso adesso mi viene volgia di essere li.
Avrei voglia di meravigliarmi dello spettacolo della natura, del profumo pungente del mare,
misto all'odore di petrolio.
Lo giuro, un giorno sarò là, sul ponte con lei, e ricorderò questi momenti,
ne proverò e proietterò di nuovi.
Il resto della storia è una disavventura.
Perdo il treno per salire a Lamezia, e mi tocca aspettare 2 ore.
Solo verso l'una, dopo tante disavventure, sono di nuovo a casa.

Alla fine di questa settimana sono veramente stremato. Ma la bellezza dei posti che ho visto,
le persone che ho conosciuto, i sapori che ho provato, le emozioni che mi hanno colpito
mi rendono felice.
In cuor mio so di aver dato tanto, tutto per questi colloqui,
alla fine la voglia di mettersi in discussione, la necessità di un lavoro,
la volontà di dare seguito alle proprie aspirazioni saranno, ne sono convinto, determinanti.

Il viaggio, la speranza, le illusioni, l'amore,
il cielo, i campi, l'etna, le carrozze, la notte,
i passeggeri, l'autista del bus 448 di Catania, i compagni di viaggio Calabresi,
la necessità, il barista gentile di Anagni, i turisti tedeschi,
il traghetto, il treno, il mare, il vento, il sole:
sono tutti elementi di un puzzle,
li metti insieme, con la giusta dose di fantasia e coraggio e viene fuori una settimana straordinaria,
un viaggio solitario ed intenso verso mete lontane e imprevedibili,
un ritorno con un animo sereno e fiducioso.

Test

Written on 8:30 PM by my blog

Ecco a voi un semplice test per capire quanto mi conoscete.....è solo una cosa divertente.....



http://www.rifleman.altervista.org/friendtest/test.php?usr=seven79

Un viaggio in treno, un'avventura, tanti sogni in un solo atto

Written on 1:10 PM by my blog

Sono le 00.13 di martedì e sto per partire, destinazione Roma.
Vado alla ricerca di un sogno, un lavoro, una vita normale,
in cui ti puoi permettere di pagare i tuoi svaghi, le tue voglie,
dove per progettare il tuo futuro non ti serve conoscere un politico,
un faccendiere, un portiere.
Sono quasi convinto di riuscire un pò a dormire,
domani mattina dovrò essere sveglio,
dovrò fare impressione alla selezionatrice,
insomma dovrò capire le domande e dare risposte intelligenti.
Eccomi, giro per il treno alla ricerca di un posto.
Niente faccio su e giù per una decina di carrozze e alla fine mi arrendo.
Come me un altro ragazzo.
Ci fermiamo nel corridorio di in intercity notte,
che di intercity ha solo il nome,
tutti dormono,
con le tende delle cabine chiuse,
ma a noi non importa.
Iniziamo a parlare di tutto,
della nostra vita, di due giovani calabresi che partono per inseguire un sogno.
Ogni tanto le tendine si aprono,
forse sono infastiditi dalle nostre parole:
ma miei cari compagni di viaggio,
se stanotte io non dormo, non dormirete neache voi.
Arrivo alla stazione, di un posto vicino Roma,
alle 5.20, il treno è in orario,
proprio oggi che avrei voluto fosse in ritardo.
M i ritrovo in una stazione sconosciuta,
circondato da pandolari assonnati.
Ognuono ha un volto diverso, una storia complessa,
i capelli fuori posti,
il mio vicino di panca non ha lavato i denti, e quando sbadiglia, e lo fa spesso,
non vi dico che tortura.
Allora prendo il mio lettore mp3,
mi decido a scrivere un messaggio ad una persona speciale, per me,
voglio fargli una sorpresa, renderla partecipe della mia avventura.
Capite che significa stare in una stazione isolata,
alle 5.30 del mattino,
quando il colloquio è alle 11.00?
Dopo un pò scopro che c'è un bar,
fa un freddo cane e sono tutto tirato,
quindi decido di farmi un buon caffè.
Il Bar è piccolo, pieno di gente,
prendo il caffè, chiedo indicazioni,
e un signore si offre di darmi un passaggio.
Esistono ancora le persone gentili,
faccio proprio simpatia,
meno male, arriverò con due ore di anticipo,
ma almeno non mi perderò.

Sono le 13.20, ho finito il colloquio,
e parto per Roma Termini,
durante il viaggio ho un sonno incredibile,
sono solo 31 ore consecutive che sono sveglio.

Ore 14.40. Sono a RomaTermini,
che caos, scappo a fare il biglietto e scopro che il primo treno partirà alle 16.30.
Un panino, un caffè, il caos, la telefonata ad un'amica romano che non risponde,
si parte verso casa.
Sono sprofondato in un sedile, in uno scompartomento pieno,
adesso voglio proprio dormire.
Passa mezz'ora,
stavo dormendo, ma a causa del caldo,
dell'aria condizionata rotta, il mio riposo è finito.
Sono tutto sudato, mi sento sporco.
Me ne vado nel corridorio almeno c'è un pò di aria.
Conosco due ragazzi calabresi,
sosno stati a Roma per fare un concorso,
fano parte dell'esercito, è la prima volat che parlo con una ragazza che ha fatto questa scelta.
Il treno è in ritardo, ma noi parliamo,
quasi sei ore di racconti discussioni.
Mi stupisco della mia capacità di fare conoscenze in treno,
mi sembra una pazzia fare un lungo viaggio e non parlare,
quanti compagni di viaggio ho conosciuto, amici di un tratto,
ma maci mai banali.
Ho la fortuna di incontrare due persone intelligenti e acute,
ridiamo un un sacco, parliamo della nostra vita,
dei nostri sogni.

Sono le 23.00. Sono a casa,
doccia, cena e scappo al pc.
Inseguo un sogno, un capriccio,
una pazzia che mi tormenta.
E le delusioni puntuali, le sorprese continue, non fanno che aumentare la mia voglia.

Un viaggio, tanti amici, un lavoro, un pensiero fisso,
un giorno da non dimenticare.....
Stanotte si replica, destinazione Catania, partenza alle 2.30.

La Stazione

Written on 7:55 PM by my blog

Eccoci qua.
La stazione, i treni, i pendolari, l'edicola,
gente che si affolla alla biglietteria,
compra un biglietto che li porta lontano, verso nuovi sogni,
nuove speranze, la stessa musica nelle loro teste.
La stessa paura di restare soli,
di affrontare il viaggio con la solita compagna, la malinconia.
Guarda gli occhi di quel bambino,
mentre osserva suo padre che si affanna a obbliterare.
Occhi devoti, occhi di amore,
che un giorno metteranno in discussione tutti questi sacrifici.
Certo la valigia di cartone è un mito che si tramanda,
un supplizio, un atto di coraggio, una necessità.
Mentre ti guardo, in cuor mio so che la stessa sorte toccherà a noi,
ma senza una famiglia nuova che ci aspetti.
No, noi partiremo prima,
dei bambini troppo cresciuti che rinnoveranno i viaggi dei loro padri.
L'edicola è davvero affolata,
forse perdersi fra le notizie di un giornale ormai vecchio,
di settimale di gossip alimenta e giustifica la necessità di partire.
Le scale, il bar, il caffè, la sigaretta.
Un rito che ho sempre fatto,
da quando appena adolescente accompagnavo mio padre al treno.
Le andate a notte tarda per non perdersi un attimo della famiglia,
i ritorni all'alba per cominciare un nuovo giorno,
senza lasciare che il tempo possa condizionare la tua casa.
Sacrifici che comprendi col tempo,
quando guardandolo negli ochhi non riesci dirgli quanto gli vuoi bene,
quanto lui sia il tuo eroe, quanto il vostro litigare sia solo il frutto di due mondi che si scontrano,
non riconoscendosi, rispecchiandosi nelle loro paure speculari.


Quante volte avrei voluto vedere papà partire,
ma puntualmente scappo, veloce, non riesco a guardarlo negli occhi.
Non voglio vederlo commosso, ho paura delle sue debolezze,
avrei, allora troppe responsabilità.
La stazione è come l'ospedale,
grigia, gente silenziosa e triste,
il personale che non ti calcola,
qualcuno che parte,
altri restano,
il profumo intenso dei passegeri,
il loro sguardo perso, la loro voglia di scappare.
Nella mia testa risuona Walk away dei Franz,
portami via, non lasciarmi con un sorriso triste e gli occhi luminosi e rossi.


Eccoci qua.
Il tuo treno arriverà fra 10 minuti.
La giornata è stata fantastica.
La spiaggia, la vecchia chiesa, il castello,
la locanda, il fiume,
i sorrisi, i baci, gli sguardi, le carezze,
le finte promesse, la voglia di scappare, la paura di soffrire.
Adesso cosa vuoi che ti dica,
che mi sto innamorando, che avrei voglia che quel treno non arrivasse mai.
Certo hai bisogno di parole nuove,
di sguardi vivi e fugaci,
il tempo passato non conta, la giornata insieme è solo un miraggio che scompare.
Forse per una volta avrei bisogno io di certezze,
del tuo coraggio, solo per un attimo credimi,
il tempo di capire che non mi sto nuovamente sbagliando.


La stazione, i treni, le persone,
il bar, i binari, i bambini,
gli occhi, le mani, i capelli,
tutto sembra la metafora della vita che scappa inseguendo se stessa.
E quando torna indietro, è sempre inesorabilmente in ritardo.

Written on 1:26 PM by my blog

Green Day - Time of your life

..."E' qualcosa che non puoi prevedere ma alla fine è giusto che sia andata così
Spero che tu abbia vissuto i bei momenti della tua vita
E così, imprimi le foto ed i fermo-immagine nella tua mente
Riponili sulla mensola della buona salute e dei bei tempi" ...
La vita molte volte ti impone delle direzioni obbligatorie e senza uscita, non si preoccupa di certo dei tuoi progetti, dei tuoi sogni, allora conta avere dei bei momenti da ricordare da mettere nel cassetto della memoria ed usare per quando sei triste.
Ad un'amica speciale che sta passando un momento difficile...guarda nel tuo cuore c'è sempre posto per la felicità.

I pensieri confusi, in una domenica ventosa e malinconica di autunno.

Written on 3:36 PM by my blog

La domenica è da sempre un giorno speciale,
ti rilassi, aspetti che la giornata finisca,
ti riposi e intanto, ogni tanto pensi.
Alla fine ti rompi di pensare che le vita è monotona,
che i sogni che hai probabilmente non si realizzeranno,
che le donne che ami ti deluderanno di sicuro.
La smetti di sentirti un pò speciale,
ti rendi conto di essere banale,
un egocentrico, piagnone, ingenuo, e tante volte presuntuoso.
La vita non è facile per nessuno,
probabilmente non ci fermiamo mai a pensare come vivono gli altri,
in parte neanche ci interessa,
diventiamo involontariamente il centro del mondo,
arrivando a giustificare qualsiasi nostra vigliaccata,
accettando per buono quello che ci arriva,
non interessandoci minimamente a cambiare la situazione.
L'autunno sembra essere ormai arrivato,
il vento di questi giorni ha riempito le strade di folgie brune e giallastre,
cominciano le serate delle caldarroste con un buon bicchiere di vino,
aspettando quello novello, con il suo coloro rosso vivo e il suo sapore dolciastro e poco definito.
I giorni diventano freddi e tristi,
si accorciano, le notti riflettono sempre di più la luce della luna piena e delle stelle.
Certamente è strano come l'autunno coincida sempre con una frase di riflessione,
di stanchezza mentale, di mancanza di fantasia,
aumenta la malinconia, il ricordo,
lentamente ci prepariamo al letargo invernale,
aspettando Natale, le abbuffate, i dolci, i regali,
i sorrisi, le feste affollate per non sentirsi soli e inutili,
il Capodanno festeggiato nella speranza di un anno migliore.
La vita si ripete con ritmi blandi e inaspettatamente uguali,
forse certe volte cambia qualcosa,
ma in fondo la percezione delle feste, delle stagioni, dei cambiamenti
è direttamente proporzionale alla nostra capacità di cambiare, di evolvere.
Forse, quando al mente è stanca, si rischia di solo sparlare, di uscire fuori tema,
l'unica conseguenza sarà un post inutile,
un pò stupido e triste, che nessuno leggerà,
che la prof del liceo avrebbe buttato, con il fare sicuro di chi la sa lunga.
Ma alla fine non importa, non mi va di parlare di amore, sogni, felicità,
tristezza e qualsiasi altra emozione che è stata la fonte di ogni mio post.
Oggi non so cosa sia importante per me,
non so neanche se vorrei una donna, o una carriera brillante,
mi sento in pace con me stesso,
la serenità di una domenica normale: il giornale, la gara di motogp,
forse un'uscita con gli amici, il pc, il blog.
Alla fine non è importante quello che fai per essere felici,
è importante sentirsi tale, alzarsi la mattina e sentirsi un pò meglio,
farsi la barba, prendersi un pò cura delle proprie emozioni, evitando di esserne schiavo,
la felicità è un'emozione personale, non è un sentimento colettivo.
Adesso chiudo per un attimo gli occhi:
immagino il vento che mi sfiora la pelle del viso appena rasata,
le foglie fanno un vortice davanti ai miei piedi,
il cielo scuro, le nuvole minacciose,
il mare in lontananza mosso e scosso dal vento.
Tutti chiusi dentro le loro case,
i primi camini accesi,
il fumo sale lentamente verso il cielo,
è davvero un bel giorno per non farsi del male,
in fondo basta una telefonata,
un'attenzione improvvisa e tutto cambia,
e anche una giornata triste e monotona
si trasforma,
è la vita che ti sopprende,
alla fine non sappiamo cosa faremo, chi saremo,
dove vivremo, l'importante è sentirsi in qualche posto,
a prendersi un pò di vento in faccia,
immaginandosi un sorriso, uno sguardo, un buon caffè,
un mare in burrasca, il tepore del cappotto,
l'abbraccio di una persona speciale.
Basta poco per essere felici,
certe volte bisogna solo aspettare, immaginare, realizzare, impazzire,
e alla fine la semplicità delle emozioni ti trovolge,
vai fuori tema, non ne capisci il motivo,
quello che scrivi non ha senso, sembra non avere carattere,
ma non importa:
felicità latente, qualcosa di immninente ,
lo stomaco si stringe, l'ansia aumenta, niente ha senso, nessuna domanda.
Basta davvero poco per essere felice.

Socrate

Written on 7:29 PM by my blog

Socrate al processo, davanti ai giudici:

" Ebbene, cari giudici, bisogna che anche voi abbiate buone speranze davanti alla morte,
e dovete pensare una cosa in modo particolare,
che a una persona buona non può capitare nulla di male, nè in vita nè in morte,
le cose che lo rigurdano non vengono trascurare da Dio.
E se voi dite che io vi ho punito e vi ho fatto avere dei dolori,
insegnando ai vostri figli di curarsi prima della virtù che delle ricchezze,
poichè dalle virtù nascono tutte le ricchezze e tutti i beni per tutti gli uomini,
in privato e in pubblico,
fate così voi con i miei figli quando diventeranno adulti,
e procurate loro gli stessi dolori che io ho procurato a voi
se si prenderanno cura delle ricchezze e della vanità prima della virtù,
e se penseranno di valere qualcosa quando in realtà non valgono niente, rimproverateli,
se farete questo mi avrete reso giustizia a me e ai miei figli.
Ma è giunta l'ora di andare,
io a morire, voi a vivere,
ma chi di noi va verso ciò che è meglio è oscuro a tutti, tranne che a Dio"

P.S.

Written on 6:21 PM by my blog

Mai come adesso questa canzone riflette il mio stato d'animo,
non c'è bisogno di sceglierne una parte.
Molte volte un testo, che sia un passaggio di un libro, una canzone, una poesia,
ci rappresenta in un modo così unico che non serve altro.
E se un blog è la rappresentazione esterna di quello che si è,
allora mi servono queste parole per farmi capire,
le mie risulterebbero troppo simili da sembrare copiate.


La malinconia ha onde come il mare,
ti fa andare e poi tornare
Ti culla dolcemente
La malinconia si balla come un lento
La puoi stringere in silenzio
E sentire tutto dentro
E' sentirsi vicini e anche lontani
E' viaggiare stando fermi
E' vivere altre vite
E' sentirsi in volo dentro agli aeroplani
Sulle navi illuminate
Sui treni che vedi passare

Alla luce calda e rossa di un tramonto
Di un giorno ferito che non vuole morire mai

Sembra quasi la felicità
Sembra quasi l'anima che va
sogno che si mischia alla realtà
Puoi scambiarla per tristezza ma
E' solo l'anima che sa
Che anche il dolore servirà

E si ferma un attimo a consolare il pianto
Del mondo ferito che non vuole morire mai

E' perdersi tra le dune del deserto
Tra le onde in mare aperto
Anche dentro a questa città
E' sentire che tutto si può perdonare
Che tutto è sempre uguale
Cioè che tutto può cambiare
E' stare in silenzio ad ascoltare
Sentire che può essere dolce
Un giorno anche morire

Nella luce calda e rossa di un tramonto
Di un giorno ferito che non vuole morire mai

Sembra quasi la felicità
Sembra quasi l'anima che va
sogno che si mischia alla realtà
Puoi scambiarla per tristezza ma
E' solo l'anima che sa
Che anche il dolore passerà

E si ferma un attimo a consolare il pianto
Di un amore ferito che non vuole morire mai

( La malinconia di Luca Carboni)

A volte ritornano

Written on 5:37 PM by my blog

Un anno fa preso dalla voglia di cancellare il mio passato prossimo,
per ricominciare a vivere, lontano da quel pensiero fisso che troppo a lungo mi aveva torturato,
ho preso una serie di ricordi, lettere, foto, regali e li ho buttati via.
Forse ero convinto che tagliando con tutto ciò, che almeno visivamente mi ricordava quel periodo, sarei stato libero.
Invece quel breve, ma intenso momento di autorità, o di stupidità, è stato solo una breve vittoria.
Certe volte le foto che ho buttato( già perchè la memoria visiva è così dura a morire, si lega in modo saldo alle nostre emozioni, alla nostra routine, al punto che nei momenti difficili, quelli dove anche un soffio di speranza ti sembra una vita felice e duratura) si ripresentano come fantasmi, evocando immagini di vita passata, di gioia provata, di urla strozzate.
Fra queste, una in particolare mi tormenta, la nostra prima foto.
Se chiudo gli occhi riesco ancora vederla come se fosse tra le mie mani:
è una giornata calda di luglio, noi due ci troviamo all'ingresso di casa tua al campus,
se non ricordo male dovrebbe essere pomeriggio.
Ti stringo forte, tu hai una maglietta nera con homer in primo piano, io una color militare.
Avevo i capelli lunghi, molto più dei tuoi, siamo tutte due bruciati dal sole.
Sorridiamo, già siamo felici.
In lontananza si intravedono i cubi rossi dell'università, il tetto della palestra.
Una semplice foto direte, ma la mente è un labirinto contorto di emozioni e paure,
di istinto e razionalità, e molte volte anche il più banale oggetto ci travolge di emozioni:
passione, felicita, malinconia, rabbia, rancore.
Lei me l'aveva detto: anche se butterai tutte le cose che mi ricordano non riuscirai mai a cancellare quello che siamo stati, perchè quando si ama davvero, in parte si ama per sempre quella persona.
Non so se ha ragione o meno, mi dispiace di aver buttato quei ricordi, un pezzo della mia vita molto lungo.
Ma non ragiono come lei:
si ama una persona nella stessa misura in cui la si può odiare, la rabbia permette di morire e rinascere, di farsi del male ma crescere più forti di prima, l'amore è la conseguenza di una scelta arbitraria nei confronti di un'altra persona .
Quello che ti frega sono solo quei momenti in cui ti fermi a pensare, allora la malinconia, il ricordo
fanno rivivere il passato dentro mure fatte di misticismo e fantasia, al punto di idealizzare anche quello che hai vissuto, al punto di temere di aver sbagliato.


La verità è che oggi ti vorrei sentire, per sapere come stai, semplicemente per questo.


Per il momento stai vincendo, forse un giorno ne riparleremo.

Serata al pub

Written on 9:18 AM by my blog

La notte, il vento, la luna piena in cielo,
la sua luce si diffonde sulla terra con una volontà quasi mistica.
Tutto sembra cambiare forma,
si confondono i contorni, le differenze sono meno nette,
gli occhi brillano di riflesso,
i tuoi capelli mossi dal vento nascondono il tuo viso,
fanno a gara con le tue mani che freneticamente,
quasi inutilmente cercano un pò di luce.
Il pub, la musica dance, la birra cruda e fresca,
è una serata fredda e noiosa,
la gente balla freneticamente travolta dal ritmo e dall'alcool.
E' inutile pensarti e fissarti negli occhi,
nel tempo che scorre non trovo il modo di farti capire.
Aspetto un pò,
esco fumo una sigaretta, smaltisco la rabbia,
l'ennesima conseguenza della nostra voglia di farci del male.
Tu mi raggiungi,
chissà perchè, non fumi e fa freddo.
Parliamo, ridiamo,
mi racconti dell'università, sei sempre un pò tesa.
Vorrei dire le parole giuste,
assecondare la mia passione,
farti capire che mi sono rotto di aspettare il tuo tempo.
Vorrei che tu ascoltassi un attimo il nostro silenzio,
che accettassi quello che sono senza tante paranoie.
Ma il tempo scorre,
e mentre il vento ti fa impazzire,
la sigaretta che lentamente si consuma,
ti abbraccio, uno sguardo,
un battito, un bacio innocente.
Un attimo che dura all'infinito,
il tuo profumo dolce e intenso.
I tuoi grandi occhi scuri e brillanti,
il tuo sorriso rassicurante,
ti culli nell'abbraccio,
quasi sparisci fra le mie braccia.
Aspetterò ancora un pò,
mi maledico e mi riprometto che è l'ultima volta,
ma non riesco a fare a meno del tuo pensiero,
del tuo sapore, del tuo sorriso, di te.
Il vento, la luna, le stelle, i tuoi occhi,
la notte, la musica, le urla,
il tuo sorriso, la tua voce,
il freddo, l'abbraccio, i brividi.
Un bacio, i pensieri, i sogni.
Aspetto solo che qualcosa accada,
per smettere di compatirmi,
e cercare inutilmente di capire
i tuoi contradditori segnali.

La felicità

Written on 7:42 PM by my blog

Molte volte definire, in modo diretto e senza tanti giri di parole, un termine che diamo per scontato, e nella nostra testa ha sicuramente un significato, ci viene difficile.
Forse perchè appena proviamo a definirlo il risulato non ci soddisfa, sembra non rendere merito a tutto quello che visceralmente lo contraddistingue nella nostra coscienza.
Come insegnava il grande Socrate per arrivare a capire qualcosa, arrivare fino in fondo alla verità bisogna dare un significato preciso ad ogni cosa. Bisogna rispondere alla fatidica domanda: che cos'è la felicità?
Seguendo l'esempio di Socrate definirei la felicità come lo status di perfezione di sentimenti e pulsioni dove l'indivdualismo lascia il posto all'universale, dove l'essere si fonde con gli atri, e nel farlo si confonde al tutto, e in esso vive e si evolve.
Questa breve definizione potrebbe sembrare non coerente o inutile, potrebbe essere troppo filosofica, come desunta dal Siddartha di Hesse, o dal Viaggio di Dante.
In effetti tutto questo non ha molto senso, la felicità troppo spesso è legata e riconosciuta solo se rapportata ad aspetti prettamente materiali.
Insomma troppe volte la misura di quanto siamo feliciti viene decisa dai parametri imposti dalla società. Infatti ormai abbiamo tutti gli stessi sogni: vogliamo avere un sacco di soldi, una grande macchina, una persona che ci ami per sempre.
Certamente sono traguardi che provocano piacere in chi li raggiunge, ma durano il tempo necessario ad averli, perchè non si può essere felici per qualocsa di materiale poichè la sola possibilità di comprarli li svaluta al confronto di nuovi traguardi.
Non a caso ho messo anche l'amore fra le emozioni che si possono "comprare": in un modo dove non si distinguono i sentimenti elementari l'amore è la merce pregiata di chi se lo può permettere.
Non è cinismo, in fondo amiamo tutti lo stesso tipo di donna, o uomo che sia. Non ci sogniamo neanche di fare una selezione che vada oltre l'aspetto, l'apparenza.
In fondo credo che gli uomini non possono essere completamente felici. Dobbiamo immaginare la vita come un percorso alterno che tocca ora felicità, ora tristezza, e noi viviamo nel mezzo dei due estremi, che tocchiamo poche volte , ma per il resto siamo nel mezzo.
La felicità è uno status psicofisico a cui si tende, non sono la macchina o i soldi.
Semplicemente è il sapore selvaggio della vita, di sentimenti primordiali che non abbiamo dimenticato, di attimi che ci tolgono il respiro e continuano all'infinito.
Il fatto stesso di non poter raggiungere questo status nella vita terrena ci spinge a credere che ci sia dopo la morte un mondo dove tutto ciò sia possibile. Ma la frustazione derivante dalla paura che anche questa sia una costruzione fantasiosa è alla base della nostra insaziabile voglia di essere felici.
E' una droga che da dipendenza, una volta provata si cerca disperatamente e quando non si trova per lunghi periodi comincia il dramma: depressione, alcool, droga, ecc.
La mia è solo una riflessione di un attimo, non è la rabbia che mi fa scrivere queste parole.
In cuor mio continuo a sognare, a sperare che alcune cose accadano, che possa alzarmi una mattina e trovarmi immerso in un mondo di sensazioni uniche e irripetibili. Immagino la confusione dei sensi e una miscela di colori violenti difficili da distinguere.
Troppe volte il senso di soddisfazione è confuso con la felicità, e seguendo l'esempio di Socrate ammetto di non potere definire la felicità, perchè quella provata è stata sempre troppo effimera, perchè quella che inseguo è frutto di una fantasia di bambino troppe volte corrotta dalle immagini e dai miti della società attuale, troppe volte figlia di un brivido passegero e inconsistente.