maledetto raffreddore

Written on 8:18 PM by my blog


Alla fine ha vinto lui. Con gli occhi lucidi e rossi, la pila di fazzoletti nel cestino, il bicchiere ancora sporco della pastiglia effervescente appena presa.
Certo non credo di essere il solo ad essersi ammalato in questi giorni, ma cavolo adesso con tutto quello che sta succedendo in ufficio non ci voleva proprio.
Ma tutti i mali non vengono per nuocere e un giorno di tranquillità mi servirà per capire meglio cosa voglio veramente fare.
D'altronde quando ci sono delle sfide nella vita bisogna affrontarle direttamente, altrimenti la paura che ne deriva, o meglio l'ansia, ti portano in un vortice emotivo da cui non si esce facilmente, se non a pezzi.
Dato il mio stato confusionale, causa malattia, vi lascio con dei pezzi del libro L'arte della guerra di Sun Tzu. Vi sembreranno scontate, ma la chiave di lettura non è nello stile (è un manuale di oltre 2000 anni fa), ma la riflessione che queste parole (confrontandole con la realtà) possono provocare.Poi ci sta benissimo che non servano assolutamente a nulla, sicuramente il bello della lettura è di essere liberi di scegliere se pensare o meno.
La verità di fondo è che qualsiasi obiettivo tu voglia raggiungere devi sempre avere ben presente quali sono i possibili ostacoli da affrontare. Alla base di qualsiasi vittoria che ci vede protagonisti (per vittoria intendo un qualunque traguardo che ci siamo posti)c'è sempre un percorso razionale, durante il quale la nostra posizione cambia e si evolve in virtù sempre del traguardo e del nostro "nemico".

Se conosci il nemico e conosci te stesso
nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.
Se non conosci il nemico ma conosci te stesso,
le tue possibilità di vittoria sono pari a quella della sconfitta.
Se non conosci nè il nemico nè te stesso,
ogni battaglia significherà per te sconfitta certa.


Ciò che fa muovere il nemico dove vuoi tu, e di tua iniziativa, è la prospettiva dei guadagni.
Se invece vuoi impedirgli di andare in un certo luogo,
prospettagli un danno.
Perciò stanca il nemico quando è pronto e riposato, affamalo quando è sazio, costringilo a spostarsi quando è accampato.

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