Immagini riflesse

Written on 6:50 PM by my blog

Serata fredda. Piovosa e fredda. La macchina proseguiva lentamente il suo lungo viaggio di ritorno, a stento riusciva a farsi strada fra la pioggia incensante. Ogni tanto un buca nascosta dal buio attirava la sua attenzione. Un gemito lo colpiva, la paura di non riuscirla a controllare, di avvicinarsi troppo velocemente a quella fila di tir, che proseguivano sicuri il proprio viaggio.
La musica alta dello stereo lo aiutava a concentrarsi fra i suoi mille pensieri. Vagava fra i suoi diversi frame mentali e non riusciva a trovare pace. Troppe erano le cose che vorrebbe fossero state diverse. Non riusciva a trovare neanche il motivo che l'aveva portato fino a quel punto.
Cercava di trovare in filo conduttore che gli potesse dare un minimo di pace. Trovava solo conforto nelle immagini possibili proiettate sul parabrezza. Sapeva bene che non erano reali.
La giornata era stata lunga e faticosa, i km percorsi troppi, le facce mostrate tante.
Di colpo suonò il telefono:

"ma dove sei, ti stiamo aspettando"
" dai sto arrivando, ho solo un pò di ritardo, colpa di questo maledetto tempo. Solito posto vero?"
" si solito posto. Siamo tutti qui e da tanto che non ci vediamo lo sai"
" lo so, lo so, ma siete stati sempre con me. Ordina il solito. Stasera ho bisogno di buttare giù qualcosa"
" ti capisco, a fra poco allora"

Ecco erano pronti. Avrebbe avuto il coraggio di affrontarli tutti insieme. Raramente era stato capace di farlo, ma questa volta non poteva evitarlo.
Il solito pub. La stessa cameriera prosperosa di sempre, mai invecchiata, sempre così sexy e ammaliatrice.
Il lungo bancone con una distesa interminabile di ubriaconi depressi. Qualche prostituta che lavorava. Le facce losche di sempre. Non ricordava i loro nomi, una volta li conosceva, erano stati grandi amici.
Erano in fondo al pub, una lunga tavolata. C'erano tutti.
Non si salutarono nemmeno. Li guardo tutti, ne ricordò ogni momento. Di ciascuno di loro riassoporò quello che aveva provato, quella che aveva sofferto, quello che aveva fatto.
Erano lì, i suoi fantasmi, le persone che in qualche modo avevano lasciato un segno nella sua vita e che adesso rimanevano solo espressioni di quello che non doveva più fare. Stranamente li guardava sorridendo e per ognuno di loro aveva un buon ricordo.
La maestra terribile delle elementari. Lo zio che lo prendeva in giro perchè in sovrappeso ( adesso non lo poteva di certo prendere in giro per quello). La prof di matematica che lo aveva fatto piangere. Il suo primo amore. La compagnia sbagliata. Le liti continue col padre, quell'enorme paura di deluderlo che lo aveva fatto quasi impazzire. Ricordava ancora quando si era ribellato e come la sua vita era cambiata da quel momento. Gli amici persi di vista, quelli con cui si era giurato di cambiare il mondo. C'erano tutte le donne da cui era scappato e quelle che lo avevano miseramente piantato. Quelle si, lo avevano segnato. Il suo primo lavoro, il rapporto conflittuale con il responsabile.
Volti sorridenti e contenti, una parte della sua vita proiettata in un mondo fantastico. Un sogno o una divagazione mentale troppo lunga e dispersiva.
Sweet Child O' mine dei  Gun'N Roses scorreva via leggera creava un'atmosfera fantastica.

" eccomi amici, sono finalmente qua. Dopo tanto ho il coraggio di vedervi di nuovo. Certo che mi avete a lungo terrorizzato, ma da voi ho imparato tutto. Forse alcune ferite sono troppo recenti e lente a rimaginarsi, ma sono qui perchè oggi sono cresciuto. Da bambino era più semplice rifugiarsi nel sogno di quello che poteva essere, immedesimarsi nei pensieri, fin quasi a trasformarli in sensazioni reali. Ho lottato contro di voi, contro i miei demoni, ma sono qua tutto intero"
"siamo felici che tu sia arrivato fino a questo pub sperduto, che tu sia tutto intero e più forte di prima. Ma ti sei mai chiesto il perchè?"
"no, ho sempre pensato fosse una mia reazione naturale"
" come ti sbagli, sei qua solo per un motivo. Perchè hai capito che noi non siamo altro che il frutto della tua immaginazione e che quello che cerchi, nonostante ti faccia paura, è quello che noi rappresentiamo. Noi siamo delle prove, dei percorsi intermedi che hai superato. Adesso il bello deve venire. Ma per favore evita di tornare indietro affronta tutti e non creare altri sogni. Cerca di realizzarne qualcuno"
Scolò il bicchiere di colpo e rispose
" si hai ragione non mi resta che provarci"
Risero.
Dal fondo del locale, un volto nuovo entrò.
Due occhi grandi, capelli ricci e portamento deciso, gli sorrise e si avvicinò
" eccomi, sono arrivata"
Il suo profumo e il suo sorriso erano incredibili.
"non trasformare anche lei in un'immagine come noi, per quanto la sua compagnia ci farebbe piacere, lei è reale. Tutti hanno le tue stesse paure, non pensare di essere speciale, e lei si trova qua per il tuo stesso motivo. Quel tavolo sulla destra è il suo, bello lungo come il tuo. Quando sarà il momento, cerca solo di parlare con cuore e non con le immagini. Non si ha sempre una seconda occasione"
Si girò, la guardò negli occhi e tutto, di colpo, sparì.
Si ritrovò seduto ad una scrivania, con il pc acceso e una pagina scritta.
Cavolo, aveva immaginato di nuovo. Ma quel viso e quei occhi li conosceva bene. Avrebbe cercato la sua occasione. Per quanto fosse difficile era l'unico modo per essere felice.

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