Stop....

Written on 4:55 PM by my blog

Ci sono dei momenti nella propria vita
( per scrivere questo post ho bisogno della giusta colonna sonora,
iniziamo con tell me baby dei red hot)
in cui ci si ferma un attimo per capire a che punto si è arrivati.
Forse le vacanze amplificano la necessità di maggiore certezza,
soprattutto perchè durante il lavoro non ci si proietta nei propri sogni,
o meglio non facciamo mai il conto con quelle che possono essere le nostre necessità.
In questi giorni, infatti, non ho scritto sul blog per questo:
avevo bisogno di fermarmi un pò, di dedicare del tempo a me stesso.
Adesso sono più sereno, mi sono confrontato, ho visto i progressi che ho fatto,
i punti che posso e devo migliorare.

Con la musica adatta che esce dalle casse del pc ( hard to concentrate dei red hot) mi preparo
ad essere ancora più diretto che mai.
Il primo passo che farò nella settimana prossima è lasciare il lavoro,
mi annoia, non ci posso fare nulla, ho bisogno di altri stimoli e nuove certezze.
La sento come la condizione necessaria per passare oltre.
Nella vita di ciascuno di noi esiste un passaggio limite,
Conrad ha definito questo punto come linea d'ombra,
un bel romanzo davvero.
Il passaggio comporta una maggiore assunzione di rensponsabilità,
se non di consapevolezza dei propri mezzi e dei propri sogni.
Esiste un unico problema per passare ad un altro schema:
cioè bisogna uscire fuori dalla gabbia che mi sono creato.
Infatti avvengo ogni tanto dei piccoli incidenti di percorso,
che ti spingono a crearti una sorte di nido di autoprotezione.
E' vero ti fa sentire meglio all'inizio,
ma dopo diventa una giustificazione di qualunque cosa ti accada.
Una sorte di seprente che si morde la coda,
da un lato ti salvagurda, dall'altro ti isola da quelle sensazioni
e emozioni che ricerchi negli altri.

Adesso coinvolto ( come sono da on the radio di Regina Spector, che voce)
nei miei sentimenti, sorpreso di un ritorno a sapori lontani,
da facce uguali che si ripetono,
da costanti che non lasciano la mia vita,
ho deciso di uscire dal mio guscio.
Il senso di paura è enorme,
ma è meglio vivere per pò, magari soffrendo,
che nascondersi dietro l'illusione che tutto cambia da sè.
Nella vita non si raccoglie quello che si semina,
ma solo quello che si riesce ad arruffare.
Anche se tutto questo può sembrare banale,
non si può dare per scontato che si faccia.
Lo sapete, non è facile uscire da un momento che dura
da tre anni.
La paura di non farcela è davvero tanta,
ma non me ne frega nulla di fallire.

E mentre dead funny di Archie Bronson chiude,
la mie mente scivola verso lidi che in passato
si sono rivelati pericolosi,
ma eccitato dalla voglia di sognare,
mi abbandono a correnti troppo forti,
incerto nel destino,
con gli occhi che guardano il cielo,
vedo solo quello che il cuore mi suggerisce.
Per la prima volta mi basta solo questo.

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