Hina e Angelo

Written on 4:12 PM by my blog

Oggi vorrei dedicare questa pagina in memoria di un uomo che è saputo andare oltre la sua realtà, che ha creduto in un sogno fino a farlo realizzare. Le parole che seguono sono tratte dal
discorso pronunciato a Washington il 28 agosto 1963. Per molti versi risuonano attuali e per altri sono piene di idee molto progressiste più di quanto si sente nei di discorsi politici e ideologici degli attuali nostri rappresentanti. Vorrei dedicare le parole di Martin Luther King a Hina Saleem e Angelo Frammartino. Due ragazzi che hanno talmente creduto nei loro sogni, nella loro ricerca della libertà che vi hanno trovato la morte. Non credo che sia giusto morire così, ma davanti al loro sacrificio non posso che ammirare la loro grandezza e la loro voglia di modificare la realtà che ci circonda.

Cari Hina e Angelo, questo è piccolo blog e non vi può rendere merito, ma per quello che conta spero che il vostro sacrificio sia da monito per far cambiare molte cose, per porre finalmente attenzione su alcuni valori che sono fondamentali: LIBERTA', PACE, FRATELLANZA, ALTRUISMO, FEDE.

Il vostro esempio sarà per noi una strada da percorrere senza esitazioni per sperare di creare un mondo migliore, dove non si muore a causa del Corano o della Bibbia o di qualunque altro libro religioso, dove la pace possa regnare almeno per un pò di tempo anche nei posti che non l'hanno mai conosciuta.

Adesso evito altra retorica.


A Hina e Angelo.



"... Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!.

Io ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".
Martin Luther King

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