sola e infinita

Written on 5:43 PM by my blog

"ciao....come stai?"
Lo osservò a lungo. I suoi occhi incavati e neri, i lunghi capelli castani, sporchi lasciavano trasparire tutto il suo malessere. Ma Cico non ebbe paura, era pur sempre il suo vecchio amico. Il suo vecchio compagno.
Quanti anni erano passati, 5 o 6. Ma si, non era tanto. Ma sembrava un altro uomo. Era vecchio. Giorgio era invecchiato.
Lo aveva lasciato realizzato. Una famiglia, un lavoro, gli amici, una donna che lo amava. Ma che cosa era successo. Lo aveva invidiato. E adesso Giorgio era un rottame.
Si guardarono a lungo. Gli occhi di Giorgio erano lucidi, timorosi, impauriti.
All'improvviso si buttò in un abbraccio disperato. Piangeva. Cico era in imbarazzo. Piangeva. Aveva paura.
Non c'erano parole, ma solo un insolito miscuglio di gemiti.
In cuor suo Cico capì Giorgio. Nella stanza si sentiva la voce di jovanotti. La pace di quell'ambiente, il suo amico, quelle parole :
".....mi va di stare collegato, di vivere in un fiato, di stendermi sopra il burrone e di guardare giù, la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare....mi fido di te, mi fido di te......io mi fido di te......cosa sei disposto a perdere??......."
Cico stacco da sè Giorgio. Lo guardò negli occhi. Vide le sue lacrime formare dei solchi sul suo stanco viso. Lo abbracciò di nuovo, e con unrespiro profondo e pieno di rabbia gli promise che non l'avrebbe mai abbandonato.
Piansero insieme.
Il sole lentamente calava. Formava all'orizzonte uno strano gioco di colori. Il caldo di agosto spegneva il giorno.
Lentamente Cico capì che il suo viaggio era finito, stranamente si sentì sollevato.
Aveva deciso. Avrebbe vissuto quella giornata.

Franco...

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